LE VARIAZIONI BRADSHAW Di Rachel Cusk, ed. Mondadori, 2010
Bradshaw sono i componenti di una famiglia inglese: tre fratelli – Thomas, Harward, Leo – con le rispettive mogli e i figli. Thomas, impiegato alla ricerca di uno stile di vita meno convenzionale, si prende un anno sabbatico per dedicarsi allo studio del pianoforte; la moglie Tonie viene promossa a preside di facoltà e scopre l’ebbrezza dell’essere desiderata ancora, da sconosciuti. Harward fa il venditore di bici e moto e riempie di ricchezze la moglie Claudia, pittrice, che in realtà cerca ben altro, lei, estrosa: “Tu non capisci la creatività! Non capisci cosa perde un’artista quando ha la responsabilità di altre persone!” Pg. 202 Leo fa il copywriter, smarrisce il suo cappotto e ne riacquista un altro in un negozio di bassa qualità. Tutti i Bradshaw, con le loro variazioni, ruotano attorno a una stessa faglia, quella dell’angoscia esistenziale, del senso di frustrazione e infelicità che si celano dietro una condotta abituale. A ogni personaggio sono dedicate delle pagine esclusive, e puntualmente varia il punto di vista, viene adottato quello del personaggio in questione che si denuda del convenzionale e rivela al lettore l’altra faccia della sua realtà, quella che non ride. Salienti le pagine dedicate alla bambina Alexa, otto anni, figlia di Thomas e Tonie: è a lei, al suo punto di vista, che viene assegnato il compito di rivelare la reale natura del rapporto tra i genitori, un rapporto logoro, disseminato di guasti nella comunicazione. Perché leggere LE VARIAZIONI BRADSHAW? – Per l’espediente narratologico della focalizzazione interna multipla, che ci consegna i segmenti amari delle vite Bradshow; – se si pensa di sopportare una consapevolezza, tragica: intuire che qualcosa manca nella vita, ma non si ha il coraggio di perseguirla. Più accomodante è nasconderla, come si fa nel girare una tazzina…sbeccata. Buona lettura.
MARIA GIOVANNA BUCOLO