Etnabook & Quarta di Copertina – FOLLIA, di Patrick McGrath, Adelphi
Siamo in Inghilterra, poco distante da Londra, fine anni 50. Peter è l’io narrante di questa storia. E’ uno psichiatra, lavora in un ospedale psichiatrico. Peter narra al passato una storia avvenuta l’anno precedente e di cui egli ha piena conoscenza, la narrazione risulta quindi una lunga analessi con frequenti anticipazioni. Peter è collega di Max all’interno dello stesso ospedale. Max e sua moglie Stella vivono nella casa all’interno del parco ospedaliero, di conseguenza i pazienti, quelli in semi libertà almeno, circolano liberamente tra panchine, serre, giardini che circondano la casa. Edgar è uno tra questi: artista, scultore, è ricoverato in seguito a un uxoricidio efferatissimo, cupo e patologico, ma Stella non ragiona: si innamora di Edgar ed è l’inizio di una relazione insana che trascinerà nella sua follia il marito, il figlio di appena dieci anni, e tutta la struttura sociale che Stella si era costruita, con l’illusione di una felicità in realtà inesistente. E’ qui il punto cruciale della storia: Stella è una donna insoddisfatta, non capita, i suoi segnali di emergenza cadono nel vuoto e a raccoglierli è una mente instabile come quella di Edgar, che completa con lei la sua vulnerabilità. Perché leggere FOLLIA? Per la minuzia con cui sono descritti ambienti psichiatrici, menti annebbiate, animi angosciati di ogni personaggio, senza distinzione alcuna tra pazienti e medici, bensì restituendo unicità all’individuo in genere; per la sottile linea di demarcazione che segna il confine tra ragione, follia, arte; per la scoperta ultima: nessuno, neanche chi narra – Peter, che crede di possedere le redini della ragione – può sfuggire alla paura della solitudine.
Buona lettura Maria Giovanna Bucolo