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Il valore affettivo di Nicoletta Venca - Einaudi (2021)

IL VALORE AFFETTIVO

di Nicoletta Verna, ed. Einaudi Stile Libero 2021

IL VALORE AFFETTIVO  si apre con una sintassi sospesa: anche il fatto che ogni tanto mia madre cerca di uccidersi è diventato un’abitudine,

come più o meno tutto il resto.  

La sintassi di apertura è sospesa perché volutamente mancante di un discorso precedente, introduttivo. Primo indizio di turbamento.

A parlare è Bianca, la protagonista e voce narrante. Bianca e Carlo sono una coppia giovane che vive a Roma, in centro, in una casa di lusso nei pressi del Colosseo. Carlo, un po’ più grande di Bianca, è un cardiochirurgo affermato di fama internazionale. Bianca trascrive su carta interviste per conto di un’agenzia di comunicazioni. 


Tutta la vicenda fa leva su un terribile senso di colpa: Bianca vive con angoscia la morte della sorella adolescente Stella, avvenuta tragicamente venti anni prima. La tragedia si è annidata in lei e turba il suo rapporto con il compagno Carlo, con i genitori, con la sua psiche. Nella vicenda, l’equilibrio psichico compromesso è trasfigurato in una ossessione maniacale: Bianca cataloga mentalmente e praticamente i rifiuti, che siano i suoi, o di altri. L’ossessione  scatta a ritmo costante e puntuale, ogni qualvolta sente sopraggiungere il disagio. 


Il ricorso irrefrenabile allo smembramento di un oggetto e al suo smaltimento per categorie risponde all’emergenza di arginare il magma della follia, della disperazione, e si

manifesta in lei come una ipnosi improvvisa  e invincibile. Nella vicenda si fa un frequente ricorso a immagini ossimoriche, di contrasto: l’astice muore agonizzando ma la

sua polpa è prelibata; il cuore è sede di vita ma vi si può annidare una patologia mortale; il maiale viene scannato in una mattanza raccapricciante ma l’atmosfera è goliardica, da scampagnata tra amici; il piatto cucinato è prelibato ma all’interno si cela un capello, sfuggito al controllo. Sono scene che concorrono a esternare la psiche minata di Bianca e a tenere il lettore con il fiato sospeso sin dalle prime righe, grazie anche ad un sapiente e serrato alternarsi di piani temporali: quello del presente della storia, che vede il rapporto di Bianca e Carlo e che è lo scheletro primo della narrazione, e quello delle numerose analessi – salti all’indietro nel tempo – che ripescano
il periodo felice della vita con Stella, della serenità della mamma, l’incontro con Carlo.


La storia narrata in IL VALORE AFFETTIVO non vuole essere un vademecum per la riabilitazione dal senso di colpa familiare che appartiene un po’ a tutti. Oltre ad essere un mirabile esercizio di scrittura creativa per il suo accurato impianto narratologico e la compiutezza descrittiva dei personaggi delineati, IL VALORE AFFETTIVO può invitare
a volgere lo sguardo altrove e, come in un caleidoscopio, svelare l’esistenza, tra il sudiciume dei rifiuti, del sorriso di una… bambola.


MARIA GIOVANNA BUCOLO